Intervista a Marco Vignanelli DoP di Amici: il serale

Abbiamo incontrato Marco Vignanelli per scoprire qualcosa di più su uno dei programmi da anni più seguiti del pomeriggio e della prima serata di Canale 5: Amici di Maria de Filippi. Al suo esordio nel 2001 conosciuto come Saranno Famosi, cambia nome dopo solo due anni e diventa il talent show italiano più longevo e più seguito.

Per la creazione dello spettacolo serale, in onda nei mesi invernali, ogni settimana è necessario lavorare su una programmazione luci capace di adattarsi alle molteplici necessità richieste dal format. L’illuminazione deve essere in grado di dare intensità e corpo ad ogni performance, di canto o di danza, in ogni categoria presente. Questo comporta una scelta di attrezzatura molto oculata e ben focalizzata sulle reali necessità. DTS Illuminazione ha l’onore di contare, nel plot luci di questo programma, numerosi prodotti a marchio riconfermati e rinnovati di anno in anno.

Scopriamo ora con Marco Vignanelli, Direttore della Fotografia, come l’illuminazione di un programma tanto amato viene scelta e curata in ogni dettaglio.

Ciao Marco, bentrovato, raccontaci come nasce e come si sviluppa la tua attività per il talent show “Amici di Maria de Filippi” e specialmente per “Amici: il serale”.

La mia esperienza lavorativa nel serale di Amici parte nel 2015, con il passaggio del testimone da parte di Ivan Pierri, che mi ha introdotto nel mood del programma.

Il programma, che ricordiamo essere il talent show più longevo della televisione italiana in onda da oltre 20 anni, si è evoluto nel tempo. Nel corso delle edizioni sono tante le modifiche che sono state apportate: dal numero di alunni partecipanti, all’età degli stessi, ma soprattutto si è modificata la lista di discipline performate sul palco dai ragazzi. Ciò che però non ha mai subito trasformazioni è il format che ricrea una vera e propria scuola artistica e che mette a disposizione dei concorrenti insegnanti di primordine per affinare le tecniche artistiche. Conclude il format la lotta a colpi di balli e canti che gli allievi portano sul palco ad ogni puntata. L’obiettivo è conquistare l’approvazione della commissione di esperti per conquistare la notorietà nel mondo dello spettacolo.

La creatività illuminotecnica come ha assecondato questo percorso di crescita del programma?

Credo vi sia stato un momento preciso in cui il programma Amici ha avuto un forte punto di svolta. Quel momento è stato nel 2013 quando la regia è passata a Roberto Cenci, professionista con un’esperienza senza paragoni nel mondo della tv italiana di intrattenimento, e per la direzione artistica ha fatto ingresso Giuliano Peparini, coreografo, regista teatrale e ballerino di fama internazionale. Questo connubio ha segnato una netta linea di demarcazione con le edizioni precedenti.

Ed è da questo momento che, a livello illuminotecnico, venne introdotto l’uso più marcato di proiettori traccianti, con l’obiettivo di creare effetti luminosi ed atmosfere fino a quel momento mai sfruttate in questo programma.
Allo stesso tempo crebbe anche l’attenzione verso un’illuminazione che giocasse sui chiaro scuri, per dare profondità alla scena, al balletto o alla canzone che si andavano proponendo.

L’utilizzo di queste accortezze illuminotecniche ha conferito al programma serale una veste molto più accattivante e coinvolgente, facendolo diventare uno show di intrattenimento nel vero senso del termine e distinguendolo in modo netto dalle puntate del day-time, in cui viene raccontato in modo molto più didattico il percorso degli alunni. Le puntate pomeridiane sono infatti caratterizzate da un’illuminazione bianca adatta a valorizzare la parte dell’apprendimento che avviene in studi e locali adibiti. La mancanza di effettistica in questo caso è voluta, proprio per differenziare i due show e dare importanza al percorso formativo, mentre il serale diventa il punto di incontro con un pubblico che vuole la spettacolarità oltre che la sfida.

Il serale di Amici di Maria de Filippi, come ci hai appena raccontato, si struttura proprio come programma di intrattenimento, ed è quindi soggetto a rincorrere, per quanto possibile, i gusti degli spettatori, abituati ormai a vedere in televisioni spettacoli dall’alto potere coinvolgente. Il programma, lo ricordiamo, vede l’alternarsi di momenti di canto, danza, talk e confronto con i professori.

Questa complessità necessita di uno triplice studio illuminotecnico? Immagino sia importante avere a disposizione un’attrezzatura versatile che permetta di cambiare l’illuminazione in modo dinamico senza dover scendere a compromessi.

In un programma come Il serale di Amici, più che in ogni altro programma televisivo presente nei nostri palinsesti (mi azzarderei spingendomi anche oltre i nostri confini), la necessità di poter essere versatili, diventa fondamentale. Progettare un impianto luci a prova di errore non è semplice.
Possiamo sicuramente avere un’idea di massima del fronte di ripresa, ma il concetto che viene espresso in questo programma è un 360°, sempre e comunque. Impossibile a livello di scrittura e liturgia prevedere a tavolino certe dinamiche.
Con il passare degli anni ho acquisito una buona esperienza nel prevedere alcune mosse e quindi ad essere pronto a trovare la soluzione immediate secondo le esigenze, senza dover riadattare l’impianto luci originale. E quindi, per rispondere alla tua domanda, sì, è basilare avere del materiale illuminotecnico versatile, ma è anche importante essere aperti mentalmente ad un uso completo e complesso di ciò che abbiamo a disposizione. I prodotti e la capacità di gestirli devono andare sempre di pari passo.

Certamente l’esperienza e la maestria nell’uso delle attrezzature è importante, in qualità di ideatori di attrezzatura cerchiamo sempre di rispondere alle esigenze dei professionisti e siamo contenti di sapere che, ciò che vi mettiamo a disposizione, trova accoglimento e vi permette di “giocare” con le effettistiche o offrire al vostro pubblico un gioco luci accattivante.

Per l’edizione 2021/2022 qual è stato il concept creativo di base?

Le ultime due edizioni la scenografia è rimasta identica, quindi concettualmente l’impianto nella sua maggioranza è rimasto inalterato. Di base sono dell’idea che la luce deve essere al servizio dello show, la ricerca del giusto equilibrio è senza dubbio la risposta più importante che si deve ricercare, non si deve eclissare con le luci lo spettacolo, ma lo si deve esaltare.
L’obiettivo principale della struttura luci del serale di Amici è quella di mettere sempre al centro l’allievo, la scenografia e l’illuminazione devono fornire ad ogni singolo artista il supporto adeguato al suo stile e alla sua performance, oltre che alla sua persona.

L’obiettivo che vi siete posti per la realizzazione del plot e della scenografia illuminotecnica è molto interessante e degno di grande rispetto. È importante, per uno show che si prefigge come obiettivo l’insegnamento e il training artistico, dare importanza al singolo allievo. Poi dobbiamo ammettere che il livello dei ragazzi è sempre molto alto e gli insegnanti molto preparati, con questi ingredienti non si può che avere uno spettacolo di intrattenimento di grande successo, come Amici ha dimostrato di essere.

Da anni lavori con prodotti a marchio DTS, ci puoi raccontare le scelte di questo plot: quali proiettori hai deciso di inserire nel disegno luci e quale destinazione d’uso hai pensato per loro?

Il disegno dell’impianto nasce dall’esigenza di avere più variabili a disposizione.
Primo fra tutti i proiettori abbiamo il Raptor usato come fascio tracciante che ci aiuta, durante le performance, a disegnare lo spazio sia lateralmente ai LED, che nella realizzazione di tetti di luce e a chiudere gli spazi.
In questi due anni abbiamo anche sposato l’idea di avere anche un pavimento ledwall, cosa che nelle scorse edizioni (tranne l’edizione realizzata insieme a Luca Tommassini) è stato sostituito dalle video proiezioni a terra.
Abbiamo posizionato lungo i perimetri verticali, oltre ai ledwall, Raptor e Brick. Queste due macchine insieme mi hanno aiutato moltissimo nel segnare i tempi musicali. Per questo scopo ho apprezzato specialmente i Brick che ho utilizzato negli accenti dei vari pezzi.

In moltissime occasioni i Raptor sono stati sfruttati anche come luce chiave per il corpo di ballo. Usandoli lateralmente, infatti, ci hanno permesso di disegnare molto bene le silhouette dei corpi. Questo è un esempio che ci riporta alla necessità di conoscere le macchine e di saperle sfruttare in base alle esigenze.

Anche lungo tutto il perimetro frontale abbiamo disposto una batteria di Raptor e di Brick, a delineare chiaramente il fine scena. I Synergy sono stati utilizzati come spot profile che, disposti a copertura dell’intero palco, si sono rivelati un elemento essenziale per questo progetto. Utilizzati anche come luce chiave per tutte le postazioni presenti, sono risultati rapidi nella sagomazione e facili nell’individuazione della temperatura colore laddove si lavorava con piazzati bianchi, allineandosi senza sfigurare.

In tutta la zona centrale dell’impianto abbiamo posizionato più gruppi di Raptor, da 3 da 4 e da 5 unità, che ci hanno permesso di fare spesso delle chiusure al centro palco molto impattanti.

Ancora, sempre davanti al ledwall, abbiamo realizzato un rombo di 2,5mt x 2,5mt montato su motori winch, che all’occorrenza scendeva ingabbiando il cantante. Su di esso erano monatti 16 Evo. Ho scelto questa macchina per questo particolare momento, perché mi permetteva prima di tutto di passare da un colore ad un altro in maniera fluida attraverso il CMY. Essendo un elemento posizionato al centro scena come quinta dei cantanti, il passaggio da una memoria ad un’altra con la ruota colore (come nel caso del Raptor) mi risultava poco gradevole. Inoltre, la presenza dello zoom, mi ha permesso, una volta che il rombo si fosse abbassato, di avere un disegno di fasci di luci traccianti allargabili di zoom.

In fondo alla scena erano presenti due pareti luci mobili, sulle quali abbiamo montato Raptor e barre LED Katana (le mie barre LED preferite). Abbiamo ottenuto cosi un muro di fondo polifunzionale, utilizzabile semplicemente come fondale stellato, fino ad arrivare ad accompagnare performance sia di ballo che di canto sul genere rock, dove la forza dirompente di queste macchine hanno dato il meglio.

Abbiamo realizzato un binario di americane dove erano montati 14 Nick NRG 1401, con lo scopo di accompagnare il percorso di una camera carrellata, da inizio scena fino al centro palco, giocando con le matrici di luci presenti in queste macchine.

Infine il pubblico era illuminato, sia frontalmente che di contro luce, con i Nick NRG 1201.

Negli anni anche DTS ha cercato di migliorarsi e migliorare le performance illuminotecniche dei suoi prodotti, hai già avuto modo di lavorare con le ultime uscite?

Ad oggi non ho ancora avuto modo di lavorare con gli ultimi prodotti. Ma presto farò una demo con alcune referenze che mi sono state messe a disposizione. Mi auguro al più presto di potermi confrontare con la macchina che al momento ritengo la più interessante tra quelle di recente uscita: Alchemy 7. Macchina sicuramente più adatta al panorama teatrale che a quello televisivo, ma che mi stuzzica molto. Speriamo di avere modo di utilizzarla presto.

Grazie mille Marco per il tempo che ci hai dadicato, è sempre interessante sapere come nascono gli spettacoli che ci tengono incollati al divano ogni settimana.