‘Una Voce per Padre Pio’ in diretta su RAI 1 con SYNERGY 5 PROFILE

Lo scorso 5 Luglio è andato in onda in diretta su RAI 1, dal sagrato della chiesa “Sacra Famiglia” di Pietrelcina, il Galà ‘Una Voce per Padre Pio’. Un’edizione speciale per i 20 anni del programma, che ha riunito i grandi nomi della musica e dello spettacolo, e ha proposto racconti di devozione e solidarietà che hanno come denominatore comune la vita e l’insegnamento di San Pio da Pietrelcina.
L’evento televisivo è stato illuminato da 226 proiettori DTS forniti da Madema Italia.

L’intervista a Gianluca Bronzini

Il progetto illuminotecnico di ‘Una voce per Padre Pio’

‘Una voce per Padre Pio’ è un evento televisivo che – nella tradizione di questa trasmissione – ha coniugato arte, musica e spiritualità. La fotografia, l’illuminazione, sono elementi fondamentali che potevano esprimere in tante maniere differenti lo stesso tema.
Da quale concetto sei partito per decidere quali corpi illuminanti inserire nel tuo light plot e come utilizzarli, e con chi hai condiviso il progetto?

Ho condiviso il mio progetto illuminotecnico innanzitutto con la produzione con cui collaboro ormai da alcuni anni; i titolari della fondazione, il suo presidente, che vivono in tutto e per tutto oltre all’aspetto spirituale anche quello tecnico. Il progetto di illuminazione è basato sui concetti – essendo un prodotto RAI di prima serata – di pulizia e di eleganza.
Per questo mi sono interfacciato con il regista della trasmissione, Roberto Croce. Il taglio doveva essere quello di un programma che raccogliesse l’attenzione principalmente su ciò che veniva raccontato, con un rigore formale sobrio ma elegante.

Le scelte dei prodotti sono legate al fatto che con i tempi un pochino stretti a me piace molto utilizzare le nuove tecnologie; in questo caso il SYNERGY 5 PROFILE, una testa mobile a LED che ho usato espressamente per fare la luce chiave; per cui tutto il key light dei soggetti e del palco è stato fatto esclusivamente con i SYNERGY. Con una programmazione attenta, accurata, della sagomatura del fascio, che andasse a illuminare i volti, le persone, mantenendo comunque il contesto perfettamente pulito. Il sagomatore interno è stato importantissimo: conoscendo già abbastanza il SYNERGY mi ha permesso di affrontare efficacemente questa situazione.

I corpi illuminanti – installati su tre torri layer distanti circa 25 metri dal palco – mi davano l’opportunità di avere un controllo molto pulito sulla luce, lo stesso che avrei ottenuto usando i classici illuminatori e sagomatori.

Ho lavorato con i bianchi a 5600 K, il che mi ha permesso di sfruttare appieno tutta la cromaticità dei colori che utilizzavo; in questo caso con i NICK NRG 1401, con tutta la dominante dei loro colori sulla scena e sull’orchestra.
In questo modo la telecamera ti da una maggiore resa cromatica dei colori. Molto più vivace, molto più ricca che lavorando con il classico 3200 K.”

Il palco

“Il concetto del palco di ‘Una voce per Padre Pio’ è stato quello di lasciare la chiesa come sfondo scenografico, avvolta lateralmente da alcuni schermi LED che ho inserito nel progetto, evitando coperture e tutto quello che necessita nel classico box per fare uno show del genere. Perciò tutte le luci erano al massimo della quota che ho raggiunto lateralmente, circa 7 metri; questo ha creato un po’ di difficoltà in fase progettuale, perché dovevo fare in modo che la chiesa rimanesse sempre predominante su tutto; la facciata è stata illuminata dagli NRG 1401 e dai BRICK, oltre che dalle FOS, che ho messo a terra per colorare uniformemente la parte più bassa.
I BRICK erano inseriti dietro i due banner LED wall orizzontali sistemati frontalmente sul bordo del palco; una struttura che mi ha permesso di usare i BRICK dalla metà della facciata in su, con le ottiche native da 8°.
Disponendo le 20 unità lungo questa linea ho ottenuto una grande uniformità; ho dimmerato molto l’intensità luminosa dei BRICK lavorando con i diaframmi delle camere molto aperti.”

L’integrazione con i Led Wall

I LED wall sono ormai dappertutto; ma in questo caso mi sembra che tu li abbia usati in funzione più ‘descrittiva’ che spettacolare, creando delle scene più ‘teatrali’ a supporto di una narrazione spesso personale sulla fede, sulla religiosità. Immagino che utilizzare immagini molto dinamiche avrebbe falsato il concetto generale.

“Si; ho utilizzato un LED wall centrale contornato dai RAPTOR; una scelta un po’ drastica se vuoi, perché scegliere un elemento di tecnologia come un LED wall che va completamente a chiudere l’ingresso della chiesa è una scelta abbastanza azzardata. Però la trasmissione televisiva lo richiedeva; doveva esserci comunque una tecnologia che dietro mostrasse dei contenuti.
Abbiamo tenuto le dimensioni del LED wall più ridotte possibile: 3 metri per 5, una struttura verticale che lasciasse il mosaico centrale con il Cristo ben visibile, evidenziato con degli NRG 1401 in maniera molto leggera, con dei tagli e un frontale per dargli questa ricchezza.
Ho piazzato altri 8 NRG 1401 dietro i LED wall laterali a ridosso della chiesa: illuminando la parte alta della chiesa e i cornicioni con una luce di taglio ho potuto dare rilievo e una bella dimensione all’insieme.

Con altri 4 SYNERGY, sagomando il loro fascio, ho illuminato i mosaici, i frontali della chiesa e il rosone centrale.
Ho lavorato molto con i corpi illuminanti direttamente sul floor; ho utilizzato gli EVO, in due gruppi a destra e a sinistra rispetto al centro palco.
È stata una scelta concordata con la regia: nei primi piani, che prevalgono nelle interviste e in alcune esibizioni, ho cercato sempre di evitare di avere sullo sfondo la lettura dei pixel del LED wall, perché lavorando con diaframmi molto aperti la profondità di campo si annulla; perciò dietro si sarebbero visti tutti i pixel RGB che si muovevano, un’immagine un po’ fastidiosa.
Per cui ho annullato quel tipo di sfondo interponendo degli EVO che proiettavano un fascio di luce colorata o addirittura bianca, che lo mascheravano e lo rendevano un po’ più ‘magico’.
L’EVO era il proiettore giusto: un beam corposo con un fascio intenso che richiama il classico ACL: una testa mobile che per quel tipo di utilizzo reputo straordinaria.
Ho usato dei BRICK anche in controluce sul pubblico, montati sotto le torri layer perché mi dessero un taglio controluce colorato su tutto il parterre.

Ringraziamo Gianluca Bronzini, Direttore della Fotografia della trasmissione, per l’intervista che ci ha concesso.